Semplice (Italian Edition) by Giorgio Terruzzi

Semplice (Italian Edition) by Giorgio Terruzzi

autore:Giorgio Terruzzi [Terruzzi, Giorgio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Fiction
ISBN: 9788858689295
Google: ucqnDgAAQBAJ
Amazon: B071XNDNR5
editore: Rizzoli
pubblicato: 2017-04-27T00:00:00+00:00


Fu la prima vittoria di una lunga serie. Luciano, negli spogliatoi, prima del match con la Roma, aveva pronunciato l’unico discorso dell’intero anno: «Parlo adesso ma non parlerò mai più. Non lo farà nessuno. Basterà pensare ad Alex, a ciò che ci ha urlato in faccia per anni. Andremo in campo così. Gli altri non sanno che per noi, ogni domenica, c’è in ballo ben più di una partita».

9

«Franco, qui è un casino, non puoi nemmeno immaginare.» Voce concitata. Luciano, al telefono, da Alghero.

Era partito con il Transit da Milano due giorni prima, lunedì, avvolto da un’inquietudine che le sue notti avevano montato come panna nel frullatore. Deciso a viaggiare non appena il furgone fosse a posto.

Mi avrebbero consegnato i ricambi nel giro di qualche ora, entro fine giornata avrei finito le riparazioni. Carlo, il mio amico meccanico, era venuto a controllare il motore, aveva sostituito la cinghia di trasmissione, cambiato l’olio: «Per andare, può andare, ma io, per dire qualcosa di sensato, avrei bisogno di farci un giretto». «Un’altra volta, Carlo, speriamo che tenga.»

Luciano aveva prenotato il traghetto per il lunedì sera. Genova – Porto Torres.

Arrivò in officina alle cinque del pomeriggio. Il Transit, pronto. Giravi la chiave e andava in moto, i pistoni borbottavano come anziani in una casa di riposo ma per andare, come aveva detto Carlo, andava.

Stavo ultimando i controlli, frecce, stop, abbaglianti, quando sentii la voce di Diego: «Allora, vai?». Era apparso di nuovo senza avvisare. Inquieto e nervoso come al solito.

Luciano: «Certo che vado».

«Ma scusa, vai dove? Alghero non è mica un borgo con tre case. A me sembra una pazzia.»

«Che te ne importa, tanto ci vado io.»

«Invece vengo con te. Mi dai mezz’ora, passo da casa, faccio la borsa e ti accompagno.»

«No, guarda, a questo punto preferisco andare solo. Magari mi sono fissato per niente. E poi, se non parto subito, rischio di perdere il traghetto.»

«Potevi dirmelo che avevi prenotato per oggi.»

«Non l’ho detto a nessuno. Guarda, Diego, bisogna che tiriamo il fiato un attimo, perché altrimenti non ci orientiamo più. Cerco Marta, vedo come stanno le cose, poi vi informo.»

«Sarei venuto solo per fare compagnia a te. Non ci vediamo mai. Marta per me è un’estranea, a questo punto. In tanti anni ho saputo solo quattro cose di numero: che vive ad Alghero, che si è sposata con uno che non ho mai visto, che ha avuto una figlia della quale non conosco nemmeno il nome, che si è separata. Fine. The End. Tutti noi a farci un sacco di menate mentre a lei, di noi, non frega un accidente. Aggiungo: non le è mai fregato un accidente. Siamo stati le sue pene accessorie sin dall’inizio. Una banda di coglioni.»

Mi sembrava un assist. E poi volevo evitare che si mettessero a litigare, Luciano tirato come un cavo dell’alta tensione: «Be’, come darle torto? Che foste dei coglioni era un dato certo e ampiamente condiviso».

Diego, imperterrito: «Non mi fa ridere. Non mi ha mai fatto ridere nemmeno Marta. Perché, alla fine, non so chi sia.



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